Paura di perdere il lavoro durante la pandemia
17 Aprile 2020
PAURA DI PERDERE IL LAVORO DURANTE LA PANDEMIA
che fare?
Sono in molti a vivere questo periodo di quarantena nella paura di perdere il lavoro a causa della pandemia.
La paura, la preoccupazione, possono assumere dimensioni enormi e diventare l'epicentro delle nostre giornate.
Se alla paura di ammalarsi o alla preoccupazione di stare già lottando contro la malattia, aggiungiamo l'angoscia lavorativa, l'impatto psicologico diventa difficile da sopportare.
È necessario, quindi, conoscere alcune strategie o spunti di riflessione.
-Ricordare le priorità
La paura di restare disoccupati a causa del Covid non è infondata.
Qualcuno di noi ha accesso a meccanismi di protezione del lavoro oppure ha avuto, anche se tra mille incertezze, la possibilità di accedere allo smart working, altri saranno in cassa integrazione.
Usando un'espressione molto corrente, la priorità in questo momento è proteggerci dalla malattia.
Il distanziamento sociale e l'adozione di misure preventive ogni volta che usciamo di casa devono essere il nostro obiettivo principale.
Essere costantemente preoccupati ci porta ad abbassare la guardia e a esporre noi stessi e gli altri a un maggiore rischio.
Dobbiamo restare concentrati sulla realtà immediata e su ciò che ci viene richiesto volta per volta.
Perdere il lavoro è preoccupante, certamente, ma non possiamo per questo distogliere l'attenzione dai nostri cari, dai nostri anziani, dai nostri bambini...
-Preoccupazione costruttiva e preoccupazione negativista-
Abbiamo diritto di avere paura di perdere il lavoro, di preoccuparci, di lasciare che questa ombra ogni tanto occupi la nostra mente. È comprensibile. Esistono, tuttavia, due tipi di preoccupazione, ma solo una può aiutare in questa circostanza.
La preoccupazione negativista non serve in questo momento: ci blocca e alimenta il fuoco dell'ansia. Non nutritela. Appare nella nostra mente con idee come: "Questa crisi ci lascerà tutti a terra". "Quando questo finirà, niente sarà come prima, resteremo tutti senza lavoro". "Non ne usciremo mai, è un disastro a livello mondiale".
La preoccupazione costruttiva, al contrario, ha un focus più costruttivo e strategico. Non afferma, si fa domande:
Che probabilità ho di perdere il lavoro? Sarà un fermo momentaneo o definitivo?
Nel mio settore, la mia figura sarà ancora necessaria quando usciremo dalla quarantena?
Sono una persona con una lunga esperienza. Devo avere paura che mi licenzino o che nessuno mi assuma più? È un timore fondato?
Cosa mi hanno detto a lavoro? Che possibilità oggettive ho di essere riconfermato?
Se dovessi perdere il lavoro, cosa potrei fare? Potrebbe essere un'opportunità per migliorare la mia situazione?
-Tenere sotto controllo le fonti di stress
è un modo essenziale per ridurre questa paura.
Ad esempio, i gruppi di lavoro su WhatsApp possono essere fulcro di una buona quantità di ansia in questo momento. La preoccupazione è contagiosa e spesso circolano informazioni erronee o sovradimensionate che tendiamo a filtrare attraverso il nostro lato allarmista e negativo.
Identifichiamo quali situazioni, fonti o persone intensificano la nostra inquietudine. È importante mantenere un atteggiamento realista senza cadere nel catastrofismo.
Impariamo a preoccuparci in modo costruttivo e non disfattista. In situazioni di difficoltà e incertezza, la nostra mente deve essere sempre la nostra migliore alleata.
Impariamo a chiedere aiuto, anche economico, a parenti e/o amici che potrebbero starci vicini.
Non vergogniamoci.
Molti aiuti sono elargiti anche dai comuni di appartenenza.
La priorità ora è la protezione della salute, sia fisica che psicologica.
Senza quelle non ci può essere lavoro. qui il tuo testo...