
Chi sono
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Sono la dott.ssa Stefania De Natale, laureata in Psicologia Clinica e di Comunità, presso l'Università di Roma La Sapienza, nel Luglio 1997. Specializzata in Psicoterapia cognitivo comportamentale nel 2003,presso l'APC di Roma,Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Cognitiva - Roma
Svolgo attività come libero professionista dal 1999 ad Ostia Lido,Roma.
Nella TCC, terapia cognitivo comportamentale, vengono impiegate numerose tecniche finalizzate a modificare comportamenti, emozioni e cognizioni non funzionali. Esse derivano dall'integrazione del modello cognitivo con l'orientamento comportamentista.
Esse includono: il problem solving, il decision making, gli esperimenti comportamentali, il monitoraggio e la programmazione delle attività, la distrazione e la rifocalizzazione, le tecniche di rilassamento, i coping cards, l'esposizione graduale, il role playing e per ultima, ma non di minore importanza, la ristrutturazione cognitiva. Infatti, essa è considerata l'intervento cardine per ristabilire la funzionalità dei pensieri automatici negativi che costituiscono il nucleo di diverse psicopatologie e che danno origine al disagio e alla sofferenza della persona.
Le prime sedute vengono dedicate alla conoscenza dei problemi del paziente e alla costruzione della relazione/alleanza terapeutica. La fase di assessment è fondamentale per questo tipo di terapia. Il terapeuta utilizza contemporaneamente una varietà di strumenti per farsi un quadro il più possibile completo, non solo relativamente all'anamnesi dei sintomi, ma relativamente a tutte le aree di funzionamento della persona. Oltre al colloquio clinico vengono somministrati test standardizzati, per approfondire lo stato emotivo, la gravità dei sintomi, la presenza di eventuali disturbi di personalità. Si somministrano sia alcuni test che analizzano un'ampia area di fattori (ad esempio il CBA), sia altri che vengono decisi a seconda dei casi e valutano aspetti più specifici (ad esempio una scala sull'ansia, quale HAM). Al paziente fin dalle prime sedute viene chiesto di fare dei "compiti a casa", altro aspetto tipico di questo tipo di approccio. In particolare dovrà compilare un diario nel quale descrivere giornalmente gli avvenimenti, le emozioni e i comportamenti.
Fin dai primi colloqui il terapeuta adotta un atteggiamento psicoeducativo, esponendo in modo molto chiaro al paziente i circoli viziosi e i meccanismi che possono rafforzare e mantenere alcuni sintomi. Il terapeuta, analizzando dopo diverse sedute (solitamente 3-4) tutto il materiale e i contenuti emersi, delineerà un progetto terapeutico, caratterizzato da obiettivi concreti, utili e raggiungibili, che fin dalla seduta successiva permettano di iniziare a lavorare sui sintomi che maggiormente compromettono il funzionamento e la serenità del paziente. Insieme al paziente verrà stilato un contratto terapeutico, in cui sono sempre esplicitati gli obiettivi, i compiti del paziente, le finalità della terapia, le tecniche che verranno utilizzate, nonché i tempi, il costo e le probabilità di successo della terapia.
Al termine della terapia, quando il paziente si sentirà meglio, le sedute potranno essere diradate nel tempo fino alla conclusione. Potranno poi seguire delle sedute di richiamo (follow-up) a tre, sei e dodici mesi dalla conclusione della terapia.